Flash è morto. Flash è un morto vivente.

Flash era (è) uno strumento fantastico. Messo in crisi con la diffusione degli smartphone e ferito a morte dallo spietato editto di Steve Jobs, dopo una lunghissima agonia la sua esperienza sembra essere giunta al capolinea viste le ultime novità di Adobe.

Tanti lo odiano con toni che neanche la Juventus al bar.

Perché parlarne ancora?

Oggi e ormai da anni non lavoro più con Flash e ActionScript, ma tutto quello che ho imparato lo devo ai mesi di studio durissimo che ho speso per imparare a usarlo. Ero partito letteralmente da zero, con l’esclusiva intenzione di tirare su un piccolo sito personale, senza immaginare che stavo per costruire una fetta importante della mia professione.

Il primo passo fu la scelta di campo: Html/css o Flash/ActionScript? Mi dicevano: “Il primo è facile, il secondo è difficile ma si fanno cose fighe”. Tutto molto grossolano, ma rendeva l’idea.

Per me la risposta è stata semplice: prima di tutto sono un progettista e un grafico e il controllo pieno sulla forma è decisivo. Poi mi è bastato vedere i lavori delle più grandi web agency (tra le varie: Firstborn, Fantasy Interactive, Hello Monday, Group 94) . Tutte lavoravano con Flash. Per questo l’ho scelto, ma che fatica! La sintassi di ActionScript richiede un rigore tale che è impossibile senza passare per un’adeguata formazione di base.
Tutto questo mi è rimasto ancora oggi come bagaglio quando scrivo cose in php/jquery/css ecc… In fondo si tratta sempre della stessa minestra rimasticata e proposta in diverse forme.

Conosco bene tutte le critiche e i limiti che i detrattori portano avanti. Eppure spesso mi sono apparse eccessive o peggio pretestuose. La verità è che su PC (lo so che sui prestigiosissimi Apple non va) un sito sviluppato in Flash funziona benissimo ancora oggi come ieri, su qualunque browser, su qualunque sistema operativo, da XP fino a windows 10. La verità è che tutto ciò che si può fare oggi dal punto di vista grafico, creativo e di esperienza d’uso  con css3, javascript e html5, con Flash si poteva già fare 10 anni fa. Per molti versi oggi si sta reinventando la ruota. Con un pizzico di malizia, ho il sospetto che molte delle critiche venissero da parte di chi non era in grado di utilizzarlo, come la volpe e l’uva: “non sono capace dunque non vale!”

Gli appunti sull’usabilità dei siti “fullflash“, non possono essere imputati allo strumento ma dovrebbero essere rivolti allo sviluppatore (Vedi la moda delle pesantissime, pacchiane e inutili intro. Che la divinità del web le abbia in gloria!). Con l’avvento e la capillare diffusione di JQuery che ha reso semplice e pratico Javascript anche per gli sprovveduti ecco che tanti orrori sono apparsi sui più elementari siti html.  Quando uno strumento amplifica le possibilità espressive la forbice tra eccellenza e mediocrità si allarga.
Oggi esistono siti web scritti in javascript, carichi di animazioni, transizioni, dissolvenze, traslazioni tridimensionali, costruiti con l’intento di stupire l’utente. Semplicemente oggi esistono strumenti nuovi per fare ciò che solo fino a 5 anni fa era impensabile se non con Flash e Action Script.

Un discorso a parte va fatto per l’accessibilità e l’indicizzazione. I più importanti e oggettivi limiti di Flash. Si tratta di questioni tecniche mai risolte, ma che Adobe poco prima che la guerra di Apple ne decretasse la condanna a morte, sembrava intenzionata ad affrontare. Esistevano delle linee guida per implementare l’accessibilità, così come le ultime versioni del Flash Player sono in grado di supportare con maggiore efficienza comandi da tastiera e screen reader.
Per l’indicizzazione e tutto quanto concerne il SEO (Search Engine Optimization), posso dire che anche qui c’erano dei segnali molto incoraggianti. Siti “fullflash” correttamente sviluppati, prevedono la separazione rigorosa tra contenuto e forma (qualcosa di analogo a quello che è il il binomio html e fogli di stile). Tutti i testi e le immagini potevano essere comodamente gestiti attraverso file xml esterni, o in casi più sofisticati tramite un vero e proprio database. Google, vista la capillare diffusione del player stava implementando il suo motore di ricerca ed era già in grado di riconoscere e indicizzare i contenuti degli xml. Insomma sarebbe stata solo una questione di tempo e di diffusione di buone pratiche per risolvere il problema. Flash avrebbe potuto continuare a gestire più che egregiamente tutto ciò che riguardava gli aspetti grafici, con un contenuto sempre indipendente e aggiornabile con un cms (Ad esempio wordpress, perché no?).

Allo stesso modo, non voglio e non posso credere che future versioni del Flash Player, con un adeguato sviluppo non avrebbero potuto funzionare correttamente su dispositivi touch. La mia personale convinzione è che la vera ragione del tramonto di questa tecnologia sia legata a quella che alle origini era il suo punto di forza: essere un sistema proprietario. Fino a quando non si è scontrato con interessi economici troppo grandi, lo sviluppo del Flash Player è stato più veloce di quello dei browser rallentati dalla posizione dominante di Internet Explorer; se uno sviluppatore voleva uniformità di esperienza tra i differenti browser, o doveva accettare dei compromessi oppure usava Flash e Action Script. Poi Steve Jobs si è messo di traverso ed è stata tutta un’altra storia.

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